lunedì 11 maggio 2009

Prossima fermata Auschwitz

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Vedo che in un partito di governo - ripeto: di governo, in Italia, nel 2009 - ferve l’illuminato dibattito sul fatto se sia meglio a Milano fare tram per soli milanesi (lodo Salvini) o istituire vagoni per soli extracomunitari (variante Raffaella Piccinni).

In effetti è un dilemma interessante, e mi dispiace che i due non entrino a sufficienza nei dettagli: a Salvini per esempio vorrei chiedere quale tram devo prendere io, in quanto ex milanese trapiantato a Roma, e Piccinni non ci rivela se gli autobus per extracomunitari debbano fare anche percorsi diversi da quelli dei bianchi (non sia mai che ci si mescoli alle fermate!).

Di fronte alle solite accuse di razzismo che provengono dai sinistroidi radical chic, i due spiegano pazienti che le proposte in questione sono espressione di un bisogno popolare che noi, tutto il giorno sulle nostre limousine, non possiamo certo comprendere.

Hanno sicuramente ragione, Salvini e Picinni, ma la campagna per le europee è ancora lunghina e di qui al voto i candidati leghisti possono inventarsi molto altro, per sintonizzarsi al meglio con l’intestino crasso del loro popolo.

Per esempio, i vagoni per extracomunitari potrebbero essere utilmente piombati, e se qualcuno protesta basta rispondere che è solo una misura per evitare che gli extracomunitari scappino quando sale il controllore.

Poi si potrebbe cucire una bella mezzaluna gialla sulla casacca a righe per riconoscere i clandestini per strada: e sia chiaro che il razzismo non c’entra, è solo una misura popolare per consentire alle famigliole padane di cambiare marciapiede.

Infine, non vorremo mica mescolare i nostri figli con quelli degli africani, nelle colonie estive: meglio mandare questi ultimi in appositi campi tutti per loro, e pazienza se qualche idraulico distratto, lavorando sulle docce, confonde poi gli allacci dell’acqua con quelli del gas.

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