venerdì 29 maggio 2009

La stampa estera all'Unità: «In Italia un'anomalia»

di Natalia Lombardo

Esterrefatti dall'assuefazione alle «menzogne» nelle vari versioni del premier sul caso Noemi, dalla debolezza dell'opposizione e, ancor di più,  dall'indifferenza verso le vicende giudiziarie, ultima la sentenza Mills,  dalle quali si è «immunizzato» per legge Silvio Berlusconi. Dai giornalisti della stampa estera, nel Forum de l'Unità, la considerazione comune sulla «anomalia» Italia: in nessun paese europeo sarabbe successo, un premier  anche solo sospettato di corruzione si sarebbe dimesso, e sulle vicende private divenute pubbliche avrebbe risposto alle domande della stampa. 

I  corrispondenti in Italia di varie testate hanno partecipato al Forum de  l'Unità con il direttore Concita De Gregorio giovedì mattina: Miguel Mora  dello spagnolo "El Pais", Alexander Smoltczyk del magazine tedesco "Der Spiegel", Eric Jozsef del francese "Liberation", Aldo Sofia della Radio-Tv svizzera "Rts", Michael Braun del quotidiano tedesco "Taz" (Rtw), Patricia Mayorga, giornalista e scrittrice cilena de "La Tercera", e Tana De Zulueta, giornalista, è stata parlamentare.

Con accenti diversi, ma gli autorevoli colleghi condividono la pericolosià  di quello che chiamano «laboratorio Italia»: da una inesistente legge sul  conflitto d'interessi all'uso di media nell'esercizio del potere politico,  dalla sperimentazione al di fuori delle garanzie sui diritti umani nel caso  dell'immigrazione alle «pulsioni» xenofobe al linguaggio «da bar» divenuto di governo. Fra i giornalisti c'è chi ha vissuto sotto una vera dittatura e la tendenza è di non associare l'Era Berlusconi al regime fascista. Ma il 
«pericolo» di un indebolimento della democrazia è proprio in quella cultura  del consenso che le tv berlusconiane hanno costruito negli ultimi  venti-tren'anni.

Dalla stampa europea, inoltre, nessuno sconto all'opposizione, guardata con  stupore nella sua afonia (il «silenzio» alla sentenza Mills) o scarsa  efficacia. Conseguenza della fine dei grandi partiti. Miguel Mora cita  Pasolini, che nel '75 considerava vecchia la sinistra italiana. Vista da  fuori, nessuno la trova rinnovata.

28 maggio 2009

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